Museo del Quai Branly
Il Museo del Quai Branly è nato dal desiderio e dalla volontà del presidente francese J. Chirac di raggruppare oggetti e suppellettili di arte primitiva e non europea in un’unica collezione; è, attualmente, il più importante museo al mondo dedicato alle arti e alle civiltà primitive di Africa, Americhe, Asia, Oceania, vanta 280000 pezzi divisi per area geografica. Progettato dall’architetto J. Nouvel è stato inaugurato nel 2006. Sorge su una vasta area vicino alla Tour Eiffel e si affaccia sulla Senna, lo circondano alberi, specchi d’acqua e piante di ogni genere; è immerso insomma in un giardino e questo è uno spazio aperto sulla città, messo a disposizione di tutti, apertamente dialogante. E’ anche, nelle intenzioni sia di Nouvel che di Clèment ( autore del giardino), un luogo concepito come un “bosco sacro”in cui il museo meglio racconta la sua storia di “mistero”; questo aleggia in molti pezzi della collezione appartenenti a antiche civiltà animiste che sentivano la necessità di preservare l’ambiente e ogni essere vivente. Tale atteggiamento è riscontrabile in una parte della società moderna che chiamiamo ecologica.
Questo è il nesso e la continuità cercata e voluta dai progettisti. Il Museo è ecosostenibile, non solo per il grande muro verde di ottocento mq. che riveste la facciata verso la Senna ( creazione dell’artista botanico P. Blanc), ma anche per l’impianto di pannelli fotovoltaici che rivestono le pareti verticali e i tetti, e per le sonde geotermiche nel sottosuolo che sfruttano l’inerzia termica del terreno per un risparmio energetico. Nel giardino si trova inoltre un’installazione di 1200 canne/giunchi trasparenti che danno luce e di notte appaiono come una piantagione luminosa.
Il complesso museale si articola in quattro corpi, il volume principale appare come una passerella sostenuta da pilastri di dimensioni diverse e disposti asimmetricamente, come a far riferimento a una foresta. L’ ambiente interno è ancor più suggestivo e poetico: da una penombra soffusa si arriva al percorso principale chiamato “fiume”, da cui, come affluenti, dipartono le varie zone espositive. In particolare alcuni ambiti sono piccoli e raccolti, studiati così per una lettura attenta e quasi intima di opere particolari; all’esterno, in facciata, appaiono come scatole colorate di dimensioni diverse. Misteriose, attraverso il gioco di trasparenza della grande vetrata serigrafata che segue la curvatura della Senna.
Arch. Teresa Mariniello